Ogni Maso è un custode del tempo. Territorio, cultura, persone e tradizioni al Maso Zandonai si fondono per raccontare una storia di quasi 1.000, iniziata con la consacrazione della Chiesetta nel 1197. Lo "Spedale dei Pellegrini", così come veniva chiamato, aveva inizialmente una vocazione religiosa e spirituale, per passare poi a funzioni più agricole e uscendo con danni contenuti durante le due Grandi Guerre.
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Il primo documento storico che attesta l'esistenza della chiesetta di S.Ilario risale al 1° maggio 1197 e rappresenta l'atto della sua consacrazione.
Il Maso può essere considerato una delle più antiche fondazioni religioso-assistenziali del Trentino. Sorgeva in un luogo ai tempi solitario e deserto ma cruciale dal punto di vista degli itinerari di persone e merci: si trovava sulla Strada Imperiale e in prossimità del fiume Adige, allora navigabile. I pellegrini e i viandanti erano quindi numerosi, per questo il complesso diventò un punto di riferimento e di appoggio per queste persone. Inoltre, il Maso, era un luogo di assistenza pubblica alla popolazione bisognosa e, anche se talvolta viene denominato Monastero, era gestito da una confraternita laica.
Curiosità
Ogni anno i responsabili della comunità dovevano versare al Vescovo una libbra di incenso in riconoscimento della sua autorità. Inoltre il Vescovo stabilì che nei tre giorni precedenti alla data del 1 maggio si dovesse tenere un grande mercato nella corte interna della casa.
Dal 1416 al 1509 la Vallagarina diventò dominio veneziano e l'edificio perse le sue funzioni assistenziali per lasciare il posto a quelle rurali. Nel 1437, durante una visita pastorale, vennero segnalate le cattive condizioni dell'edificio e la necessità di riparazioni del tetto. Fu probabilmente in questo periodo che venne costruito un ulteriore edificio (vedi foto), con scopo residenziale, al centro della corte le cui facciate vennero decorate con maestosi affreschi. Sfortunatamente non è rimasto nulla in quanto durante la Prima Guerra Mondiale tale struttura fu oggetto dei bombardamenti.
Curiosità
Sul campanile sono ancora visibili i segni della presenza di questa casa veneziana. Nei due punti in cui il tetto della casa appoggiava al campanile sono tutt'oggi presenti due profondi solchi.
Dopo la sconfitta della Serenissima il controllo politico-amministrativo del territorio passò nelle mani imperiali.
A godere del beneficio di Sant'Ilario cominciarono ad essere gli esponenti delle più illustri famiglie trentine che continuarono la tradizione agricola del Maso rurale.
Nell'800 si sviluppò nella Vallagarina una fiorente industria tessile e Sant'Ilario diventò un discreto centro di bachicoltura.
A partire dalla metà dell'Ottocento la tenuta di Sant'Ilario passò più volte di mano: nel 1854 i Bonapace la cedevano infatti alla famiglia Cofler, che però ne rimase in possesso solo fino al 1868. Fu allora che venne nuovamente venduta ai nobili de Tacchi, i quali nel 1947 la trasferirono alla famiglia Zandonai.
Curiosità
Nel Catasto Fondiario Austriaco è stata rinvenuta un'interessantissima mappa (vedi immagine sotto) rappresentante degli splendidi giardini all'italiana e all'inglese, a ridosso della casa.
Nel corso della Prima Guerra Mondiale l'antico edificio subì gravi danneggiamenti a causa dei bombardamenti.
In particolare furono colpiti l'edificio veneziano e i giardini.
Nel 1933 la famiglia Tacchi provvide ad un restauro generale dell'antica chiesetta.
Curiosità
Si narra che il Maso fosse luogo d'avamposto per l'armata austroungarica e luogo di sosta e rifornimento dei soldati a cavallo.
I terreni del Maso sono oggi coltivati a vigneto, meleto e kiwi, conferiti alle cantine sociali, mentre i prodotti orticoli sono commercializzati tramite vendita diretta. Per ulteriori informazioni visita la pagina dedicata al nostro orto.